IL CERCHIO INFRANTO (T)
Data stellare 51968.5
Lo scontro nel sistema di Chin’toka aveva messo a dura prova le forze militari congiunte della Federazione Unita dei Pianeti, dell’Impero Klingon e dell’Impero Stellare Romulano. Il Capitano Sisko, al comando dell’inusuale ma efficace flotta di navi, aveva condotto la battaglia contro i Cardassiani e il Dominio dalla plancia della U.S.S. Defiant, fino a quando un’inaspettata e violenta visione inviatagli dai Profeti del Tempio Celeste bajoriano lo aveva letteralmente paralizzato. Il Maggiore Kira aveva saputo prendere in mano la situazione e, con l’aiuto del Comandante Dax, del Guardiamarina Nog e del Capo O’Brien era riuscita a mettere a segno un’importante vittoria; per la prima volta la Flotta Stellare e i suoi alleati avevano giocato in attacco, mettendo seriamente in difficoltà il nemico.
I festeggiamenti sulla via del ritorno vennero interrotti da una comunicazione di Priorità Uno, proveniente da Deep Space 9, con cui il Comandante Worf, lasciato al comando della stazione, segnalava che il cardassiano Dukat aveva penetrato la rete difensiva della base, riuscendo a irrompere nel tempio dove era custodito il Cristallo della Contemplazione e a violarlo. Le sue azioni avevano determinato il collasso del Tunnel Bajoriano e la perdita di una vita.
All’apertura del portellone d’attracco Jadzia anticipò tutti i suoi colleghi, precipitandosi sulla passeggiata della stazione spaziale. Scartò tutti i Bajoriani che le si pararono davanti, alcuni allontanandoli a parole e altri spingendoli letteralmente da parte, mentre guadagnava freneticamente la via verso l’Infermeria.
Dopo di lei mise piede sulla passeggiata il Capitano Sisko, seguito dal Maggiore Kira e il Capo O’Brien. La folla bajoriana si strinse attorno al Capitano, rallentandone la camminata. Anche lui aveva urgenza di raggiungere l’Infermeria, ma non poteva ignorare il suo ruolo di guida spirituale per la popolazione bajoriana, ora allarmata dall’improvvisa scomparsa del tunnel, quello che per loro era il Tempio Celeste dei Profeti.
Una bambina di non più di dieci anni afferrò la mano di Sisko, impedendogli di avanzare oltre. «Emissario, mamma dice che i cristalli sono diventati scuri, che i Profeti ci hanno abbandonato.»
Sisko si accucciò in modo da poter vedere la bambina negli occhi e le strinse affettuosamente le spalle tra le sue mani, ma prima che potesse dire una sola parola, la bambina continuò quasi lacrimante: «Deve ritrovare i Profeti. Emissario, lei deve trovarli. Dica loro di tornare, la prego».
La sala operatoria era avvolta in una penombra spettrale; al centro della stanza vi era un solo bio-letto, fiocamente illuminato dai riflessi delle luci dei macchinari medici disposti tutti intorno. Sisko si fermò a pochi passi di distanza, andando ad appoggiarsi sconfortato a una parete. Sul letto, coperta da un lenzuolo bianco, Lenara respirava appena. Accanto a lei vi era Jadzia, la sua compagna, la donna con cui aveva condiviso la vita negli ultimi tre anni, che le teneva strette le mani baciandole ripetutamente mentre cercava di trattenere le lacrime.
Lenara trovò la forza per parlare, ma la sua voce era fievole e le energie le venivano meno ad ogni respiro: «Mi dispiace» sussurrò.
Jadzia strinse più forte le mani di Lenara. «Non dire nulla. Ti amo.»
Lenara chiuse gli occhi, non riusciva a rimanere vigile. L’eco dei ricordi delle vite passate si susseguiva nella sua mente. Kahn, il simbionte che l’aveva accompagnata negli ultimi anni, non era più con lei, espiantato dal Dottor Bashir per permettergli di vivere ancora, ma qualcosa di quella unione era ancora presente e ad emergere in quegli ultimi momenti fu il ricordo di Nilani, una precedente ospite. L’amore di Nilani Khan per Torias, uno degli ospiti del simbionte Dax, era stata la scintilla che aveva fatto innamorare Jadzia e Lenara. In quegli anni passati assieme sulla stazione si erano promesse amore ogni giorno, scoprendosi sempre più unite, come se ad amarsi non fossero solo stati Nilani e Torias, ma anche Lenara e Jadzia e perfino i loro simbionti, Kahn e Dax. Mai così tante vite si erano incontrate in due soli cuori.
Lenara socchiuse appena gli occhi, trovando quelli di Jadzia ad attenderla, e riuscì a malapena a sussurrare: «Ti amo».
Jadzia non riuscì a trattenere le lacrime. Baciò le mani della sua amata un’ultima volta e poi ne cercò le labbra. Non voleva lasciarla andare.
«Non è colpa tua», riuscì a dire Lenara, «sapevo i rischi che correvo venendo a vivere con te.»
Jadzia non poteva sopportare di perderla. «Quando tu non sei con me è come se mancasse una parte di me stessa...» sussurrò tra le lacrime.
Data stellare 51971.8
Il servizio funebre di Lenara era appena terminato. La bara che aveva accolto il corpo della dottoressa, avvolta nella bandiera della Federazione Unita dei Pianeti, era al centro di un locale di servizio che Jadzia Dax aveva voluto decorare con alcuni paramenti tipici della cultura trill. Anche se le due donne erano state esiliate dal loro pianeta natale in seguito alla decisione di rinsaldare un rapporto sentimentale vissuto dagli ospiti precedenti dei loro simbionti, avevano mantenuto un legame molto stretto con le loro origini. Anche il fratello minore di Lenara, Bejal, da soli due anni unito al simbionte Yor, aveva deciso di sfidare il veto imposto dal suo governo e raggiungere Deep Space 9 per omaggiare un’ultima volta sua sorella, ottenendo un passaggio sulla U.S.S. Destiny, l’imponente nave di classe Sovereign ora attraccata alla stazione.
Quando i convenuti ebbero lasciato la stanza, Jadzia, Bejal e il Capitano Sisko si fermarono qualche attimo in più.
Benjamin Sisko aveva trovato in Lenara Khan, in quegli ultimi anni che la dottoressa aveva passato su Deep Space 9 al fianco di Jadzia, un’inaspettata amica e una valida consulente per tutto ciò che concerneva il Tunnel Bajoriano. Lenara, da scienziata qual era, aveva un approccio scettico e razionale e aveva intrapreso un approfondito studio sul tunnel allo scopo di poterne replicare le funzionalità qualora questo fosse collassato. Durante questi studi, e in tante riunioni col capitano, aveva imparato ad apprezzare anche gli aspetti mistici che caratterizzavano la cultura bajoriana e il culto religioso dei Profeti.
Mai come in questo momento Sisko, ancora confuso dalla visione che l’aveva travolto mentre era sulla Defiant, avrebbe voluto avere il supporto di Lenara Khan.
Data stellare 51972.4
Il mattino seguente il Maggiore Kira decise di prendere servizio in anticipo. Il Capitano Sisko si era assegnato alcuni giorni di permesso per poter analizzare i documenti forniti dal Dottor Bejal Yor e da Jadzia Dax senza distrazioni, e a lei spettava assolvere tutta una serie di pratiche amministrative richieste dalla Flotta Stellare a cui, solitamente, provvedeva il Capitano.
Lasciati i suoi alloggi, percorrendo il tratto di passeggiata che costeggiava il bar di Quark, notò amaramente che il tavolo dove il Comandante Dax e la Dottoressa Kahn erano solite fare colazione assieme era vuoto. Il loro cenno di saluto, che riceveva quasi ogni mattina, era diventato una piacevole abitudine.
La Dottoressa Kahn non si era fatta strada solo nel cuore di Dax; aveva legato con tutti ed era amata da molti bajoriani per il rispetto che aveva dimostrato in più occasioni per la loro fede. Il Maggiore si trovò a constatare quanto quel semplice gesto, quel saluto, le mancasse. Incrociò accidentalmente lo sguardo di Quark, intento a lustrare un bicchiere dietro al bancone del bar. Il Ferengi inclinò leggermente il capo e sollevò appena il bicchiere, e Kira interpretò quel cenno come un gesto malinconico. Forse anche lui sentiva la mancanza delle due clienti, e non per un semplice motivo economico.
Ancora in preda ai pensieri entrò nel turbo ascensore.
Con le due mani ben serrate sulla balaustra, il Maggiore stava per giungere in Sala Comando. Prima ancora che le porte della piattaforma si aprissero percepì un’animata discussione: la voce di Dax, segnata da un velo di disperazione, stava raggiungendo vette di volume degne di un Klingon in battaglia. «È una condanna a morte!»
Appena uscita dal turbo ascensore Kira notò l’assembramento davanti alle porte dell’ufficio del Capitano, mentre il personale operativo di turno guardò a lei con l’evidente speranza che potesse risolvere la situazione e riportare l’ordine in plancia.
Jadzia e il Dottor Bashir fronteggiavano il rigido Capitano della U.S.S. Destiny, un’altezzosa donna sulla quarantina, dai capelli biondi malamente raccolti sulla testa e gli occhi di ghiaccio.
Il Dottor Bashir cercava di calmare Jadzia, ma tutta la sua concentrazione era volta a cercare di spiegare l’urgenza della situazione al Capitano Shelby: «Si tratta di un viaggio di meno di tre giorni. Il simbionte Kahn va riportato sul suo pianeta».
«Su Trill non lo lasceranno morire, Julian.» Jadzia era consapevole del destino a cui il simbionte andava incontro. Una delle conseguenze dell’aver rinsaldato un rapporto sentimentale nato con ospiti precedenti, era anche quella di dover lasciar morire il simbionte alla morte dell’ultimo ospite; ma la Trill non aveva ancora deciso di arrendersi a questa sentenza e sperava che, riportandolo sul suo pianeta natale, il suo popolo lo avrebbe perdonato e gli avrebbe permesso di unirsi nuovamente a un ospite.
Data stellare 51974.7
Il Dottor Moritz Benayoun, il Medico Capo della U.S.S. Destiny, era un uomo sulla cinquantina con pochi capelli screziati di bianco e un naso che sembrava volersi infilare negli occhi di chi lo guardava. Era una persona dalle mille risorse e non negava un aiuto a nessuno.
Quando il Dottor Bashir l’aveva contatto, tre giorni prima, si era subito appassionato alla faccenda del simbionte Kahn e ancora di più alla proibita storia d’amore tra due ospiti trill. Bashir non aveva lesinato dettagli romantici, sperando di coinvolgere il collega, ma in realtà l’aveva già convinto non appena gli aveva detto che c’era da salvare la vita di un essere vivente “ottusamente condannato a morte dalle assurde leggi del suo pianeta natale”.
Convincere il Capitano Shelby si era rivelato un compito più arduo. Benayoun non aveva ancora familiarizzato con lei e avrebbe preferito avere a che fare con il precedente Capitano, Samantha Reymar, con cui aveva condiviso molti anni di servizio. A dire il vero Benayoun temette che il suo intento fosse fallito nel momento in cui Shelby aveva inforcato la via per l’ufficio del comandante della stazione. Per cui rimase particolarmente stupito quando, sul terminale sulla scrivania del suo ufficio, era apparso l’aggiornamento degli ordini di servizio, con la richiesta di predisporre una camera di stasi per un simbionte e di richiamare tutto il personale medico in anticipo, per la repentina partenza verso il pianeta Trill.
Ora, a distanza di ventiquattro ore dalla partenza da Deep Space 9, la Destiny viaggiava a curvatura 7 verso il sistema di Trill.
Il Dottor Benayoun, nell’anticamera del suo ufficio, stava servendo del tè bollente indiano Masala Chai al Dottor Bashir, che non aveva rinunciato ad accompagnare il simbionte Khan in questo viaggio, al Consigliere di bordo, il Tenente Comandante efrosiano Melkirk, e alla sua assistente, la giovanissima Guardiamarina Ezri Tigan, una Trill decisamente in imbarazzo a condividere quel momento con degli ufficiali superiori.
La presenza della Trill non era casuale. Il Dottor Benayoun l’aveva invitata proprio perché l’argomento principe dell'incontro sarebbe stato: le usanze trill. E nessuno meglio dell’unica Trill a bordo della nave poteva fornirne una testimonianza di prima mano.
Le chiacchiere non avevano ancora preso una vera piega interessante: la discussione verteva principalmente sulla giusta temperatura del tè, e il Dottor Benayoun non riuscì nemmeno a versare il latte nella sua miscela che le spie della camera di stasi del simbionte iniziarono a lampeggiare. Subito dopo la voce del computer richiamò l’attenzione del personale medico: l’equilibrio elettro-proteico di Kahn era compromesso. Il simbionte non sarebbe sopravvissuto al viaggio.
Data stellare 51975.8
«Papà, tutto quel materiale, dovevi metterlo proprio nella mia stanza?» Jake si era fermato sulla porta della sua camera, prima di entrare nell’ampia sala centrale dell’alloggio che condivideva con suo padre.
Piante, divano, ogni tipo di mobilio era stato spostato sotto i finestroni per lasciare spazio a un unico grande tavolo, su cui erano ammucchiati, senza un apparente ordine, decine e decine di PADD e di dispositivi di archiviazione bajoriani, alcune copie di testi sacri dei Vedek e pagine e pagine di appunti scritti su quaderni di diverse forme e colori.
Benjamin Sisko era seduto dietro a tutto questo, visibilmente stanco, provato da giorni di insonnia e interminabili ore passate a cercare di interpretare il materiale che Bejal gli aveva lasciato prima di imbarcarsi su un trasporto grazerita in rotta verso uno di quei pianeti indicatigli dalla sorella, cercando di correlarlo con secoli di storia bajoriana e gli studi di Lenara, la cui parte più saliente era scritta a mano su tutti quei quaderni.
Benjamin alzò appena gli occhi verso il figlio. «Puoi andare a dormire da Nog.»
Jake diede uno sguardo all’interno della sua camera. «Neanche Jadzia riesce a venirne a capo.» Qualcosa franò a terra dentro la stanza: una pila di dispositivi di archiviazione bajoriani, per niente adatti ad essere impilati.
Benjamin spostò uno dei PADD che aveva davanti e si alzò dalla sedia, gli occhi erano bassi, su tutto il lavoro che ancora lo aspettava per riuscire a capire cosa fare per riaprire il Tunnel Bajoriano, per dare un senso alla morte di Lenara, ma le sue parole erano per Jake e per se stesso.
«Avrei dovuto dare ascolto ai Profeti, e non partire per l’attacco a Chin’toka, così magari Lenara sarebbe ancora viva.»
Jake si avvicinò al tavolo, voleva parlare, ma prima guardò ancora una volta nella sua stanza, preoccupato che potesse accadere qualcosa di irreparabile. Allontanandosi dalla porta questa si chiuse e, avvicinandosi al padre, sollevò le mani, cercando di calmarlo.
«Papà, non è colpa tua, avevi degli ordini. Non sei solo l’Emissario, sei un ufficiale della Flotta, e c’è una guerra in corso.»
Sisko guardò i suoi abiti, erano civili e indossava un gilet di maglia di fattura bajoriana, aperto; ne prese i bordi tra le mani, rendendosi conto che non si trattava della sua uniforme. «Deve essere successo qualcosa ai Profeti, non capisco perché abbiano voltato le spalle a Bajor e mi sento responsabile. Non so da che parte cominciare, come rimettere a posto le cose.»
Jake si avvicinò ancora muovendosi attorno al tavolo, attento a non far cadere nulla. Voleva abbracciare il padre, ma temeva che fosse troppo affranto per lasciarsi andare a un gesto caloroso.
Il padre continuò: «Ho fallito in veste di Emissario e, per la prima volta nella mia vita, ho fallito nella mia veste di ufficiale della Flotta Stellare».
Jake soffriva nel vedere il padre in preda a quei sensi di colpa e voleva condividere il suo dolore, alleggerirlo del fardello che stava portando. Lo abbracciò fortemente, stringendolo a sé, ma Benjamin non lo ricambiò subito. Ben si ritagliò ancora un attimo per constatare quanto da lui fatto fino a quel momento fosse stato inconcludente: «La risposta è qui, davanti ai miei occhi. Ma non riesco a vederla. Non riesco a interpretare i dati». Poi strinse il figlio, arrendendosi a trovare conforto tra le sue braccia.
La U.S.S. Destiny era nuovamente attraccata a Deep Space 9. Il Capitano Shelby si era trovata a dover gestire una situazione imprevista: il Dottor Benayoun e il Dottor Bashir avevano infranto ordini e protocolli, coinvolgendo nelle loro azioni parte del personale medico della nave, e anche lei si era dovuta piegare alle conseguenze, tutt'altro che negative, del loro operato. Avevano salvato una vita, e il loro gesto poteva addirittura essere determinante nel prosieguo della guerra contro il Dominio. La sua decisione era quindi dettata da interessi superiori: il simbionte Khan doveva tornare su Deep Space 9, e non per andare incontro a morte certa.
Quando il portellone d’attracco si aprì, Ezri mosse i suoi primi passi sulla stazione. Anche durante la franchigia non era scesa sulla base, aveva preferito dedicarsi ad archiviare del lavoro arretrato nell’ufficio del suo superiore, il Consigliere di bordo della nave.
Dietro di lei si fece spazio il Dottor Bashir, carico dei bagagli di Ezri. Poche cose, in realtà, raccolte in una grossa borsa tubolare a tracolla.
Wow.... Complimenti Max. E il seguito?
RispondiEliminaCiao Giusy, grazie per il WOW! Il seguito... arriverà un seguito, non è ancora stato scritto, ma lo sarà! 😏
EliminaAspetto con ansia di leggere il seguito, ( nono puoi metterci la curiosità a dosso e poi lasciarci in sospeso)complimenti é veramente bel scritto.
RispondiEliminaMettere la curiosità addosso fa parte del nostro lavoro: che divertimento ci sarebbe, altrimenti? Il seguito arriverà di sicuro, è in fase di progettazione!
EliminaCiao Maria Claudia, grazie per i complimenti. 😊
EliminaCome ha anticipato Chiara, il seguito arriverà. Non vi faremo aspettare molto!
Po avvincente semplicemente avvincente, non vedo l’ora di leggere il seguito complimenti, ben scritto niente punti morti, si legge tutto d’un fiato.
EliminaCiao Katrin, grazie per le tue belle parole e le tue lusinghiere osservazioni. 😊
EliminaIl seguito è in costruzione. Arriverà quanto prima!
Molto ben scritto, complimenti Max!
RispondiEliminaGrazie per l'apprezzamento! 😊
Eliminatoria coinvolgente e scritta in modo impeccabile. Sono venuta qui a leggere su suggerimento dell'autrice del prequel e sono rimasta soddisfatta. L'idea di avere contemporaneamente in vita e sulla stazione sia Jadzia che Ezri mi è balenata in mente a volte e mi ha sempre incuriosita, in più qui c'è la creatività di far unire Kahn ad Ezri. Non vedo l'ora di leggere cosa accadrà adesso!
RispondiEliminaMa buongiorno! Sono felice che tu sia riuscita a passare, mi ha fatto molto piacere! Sul sequel, che dovrebbe concludere la mini-raccolta, ci stiamo lavorando, contiamo di finirlo al più presto! Un abbraccio!
EliminaChiara "oscuro_errante"
Grazie Troi_ontheHellmouth per l'apprezzamento. Sono contento che la storia ti sia piaciuta. E ringrazio Chiara per averti suggerito di passare sul suo sito a leggere questa seconda parte della mini trilogia che stiamo componendo. Come ha anticipato Chiara, siamo al lavoro sulla terza parte.
EliminaMettere Ezri e Jadzia una davanti all'altra offre un sacco di possibilità interessanti ed è una cosa che incuriosisce molto anche noi. A presto per gli sviluppi! ;-)