[RECENSIONE] The Buried Age (The Lost Era) - Christopher L. Bennett

The Buried Age è un romanzo appartenente alla serie intitolata The Lost Era, collocato temporalmente tra la perdita della U.S.S. Stargazer (NCC-2893) e l'assegnazione alla U.S.S. Enterprise (NCC-1701-D) del Capitano Jean-Luc Picard.

📚DALLA QUARTA DI COPERTINA

Jean-Luc Picard. Il suo nome è entrato nella leggenda come Ufficiale Comandante della U.S.S. Stargazer e di due navi portanti il nome di Enterprise. Ma i nove anni della sua vita che hanno preceduto la missione inaugurale della U.S.S. Enterprise-D alla stazione Farpoint sono rimasti un mistero - fino ad ora, quando gli anni perduti di Picard vengono finalmente riportati alla luce.

Dopo la perdita della Stargazer e la feroce corte marziale che ne è derivata, Picard non vede più un futuro per sé nella Flotta Stellare. Passando al suo altro amore, l'archeologia, si imbarca in una ricerca per riscoprire un'epoca sepolta della storia galattica antica... e risveglia una sopravvissuta vivente di quell'epoca: una donna sorprendente e misteriosa congelata nel tempo da prima dell'ascesa dei dinosauri della Terra. Ma questa potente immortale ha un segreto di proporzioni catastrofiche, e i suoi piani porteranno Picard - aiutato lungo la strada da un brillante ma ingenuo androide, un perspicace Betazoide e un enigmatico El-Auriano - alle altezze della passione, alle profondità del tradimento e ai più lontani confini dello spazio esplorato.

👀RECENSIONE – OPINIONE PERSONALE

Considero The Buried Age un romanzo ‘particolare’, in qualche modo. Innanzi tutto, c’è da dire questo: copre un arco temporale piuttosto vasto, in quanto introduce le vicende databili dal 2355 (data stellare 32217), quando il Capitano Jean-Luc Picard perde la U.S.S. Stargazer (NCC-2893) per causa di una misteriosa razza aliena – i Ferengi; e si conclude con il comando della U.S.S. Enterprise (NCC-1701-D) in data stellare 41124.

Protagonista assoluto è Jean-Luc Picard, interpretato da Sir Patrick Stewart sia in Star Trek: The Next Generation che in Star Trek: Picard. Christopher L. Bennett, autore di The Buried Age, racconta al lettore in che modo Picard superò la corte marziale indetta immediatamente dopo la distruzione della Stargazer; come decise di sospendere il servizio attivo dalla Flotta Stellare per dedicarsi a un dottorato in Archeologia presso l’Università di Ceti Alpha V; come venne spinto da Guinan, sua vecchia amica, a mettere su una spedizione per andare alla ricerca di tracce che giustificassero un’estinzione di massa conosciuta agli studiosi come ‘il Cataclisma’; come incontrò in una camera di stasi Giriaenn, una dei pochi sopravvissuti di una potente razza aliena di pacificatori (i Manraloth), e di come la liberò, anche grazie all’intervento di una giovane Tenente Kathryn Janeway; di come accettò di ritornare al servizio attivo, ottenendo il comando della U.S.S. Portia, di classe Miranda, per poter affiancare Giriaenn (da lui conosciuta come Ariel) nella sua ricerca dei sopravvissuti della sua razza; di come venne a conoscenza del tradimento della donna; di come dedicò qualche anno della sua vita alla sua disperata ricerca, cedendo alla sete di vendetta e al senso di fallimento che lo aveva colto; di come, infine, accettò l’incarico dell’Enterprise, scegliendo per il suo staff di comando alcuni degli ufficiali che lo avevano positivamente sorpreso durante gli anni precedenti (Data, Deanna Troi, Natasha Yar).

Ho già avuto modo, in passato, di leggere altri romanzi/racconti relativi a Star Trek scritti da Bennett (Greater than the Sum, The Struggle Within, Friends with Sparrows): non tutti mi hanno particolarmente entusiasmato. The Buried Age rientra nella categoria di libri di Bennett che mi ha entusiasmata poco, con alti e bassi che mi hanno portato a non apprezzare molto il romanzo in sé, nonostante l’idea di sapere cos’aveva fatto Picard prima di prendere il comando dell’Enterprise mi intrigasse molto. Il romanzo, tutto sommato, parte molto bene: in The Quality of Mercy (capp. 1-4) Jean-Luc Picard e è al comando della U.S.S. Stargazer, vascello di classe Constellation, quando subisce l’attacco a sorpresa da una nave Ferengi, che porta alla morte di 24 ufficiali federali e alla presunta distruzione del vascello federale. Il tutto si conclude con una ben gestita corte marziale a Picard, il che permette anche di mostrare il rapporto con Philipa Louvois e il modo in cui i due ufficiali ruppero bruscamente la loro relazione. Ho apprezzato i ritmi e la coerenza.

La seconda parte (Rounded with a Sleep, capp. 5-12), al contrario, non mi ha trasmesso molto: vediamo Picard su Ceti Alpha V, impegnato a prendere un Dottorato in Archeologia e seguire le orme di uno dei suoi mentori, il Dottor Galen (che rivedremo anche in una puntata di The Next Generation). Parte un po’ fiacca, persino quando lo vediamo riprendere la via delle stelle per una missione archeologica assieme ad alcuni colleghi dell’Università,. Tale missione lo porterà a conoscere Ariel (Giriaenn), una dei pochi Manraloth a essere sopravvissuti a una catastrofe esplosa eoni prima l’avvento del genere umano nell’universo. Nemmeno la presenza di una giovane Kathryn Janeway, che sul piccolo schermo vediamo interpretata da Kate Mulgrew, riesce a sollevare le sorti di questi otto capitoli.

La terza parte (Brave New Worlds, capp. 13-19) vede il rientro su Alpha Centauri della spedizione archeologica e Picard ritornare tra le fila della Flotta Stellare, zelante nel voler sostenere in tutti i modi possibili Ariel, la quale, in un momento di lucidità causato dalle molte somiglianze tra il suo popolo e la Federazione, recupera parte dei ricordi sepolti dallo shock di ritrovarsi in un mondo totalmente differente rispetto al proprio. Nonostante la maggiore azione e un Picard nuovamente al comando di una nave stellare, la U.S.S. Portia, oltre all’introduzione di un personaggio di peso come Data, anche questa parte a mio avviso risulta poco stimolante.

Già leggermente meglio Abysum of Time, la sezione successiva (comprendente i capp. 20-28), dove vediamo un Picard consumato dall’ira e dalla vendetta cercare in tutti i modi di impedire a Giriaenn di portare a termine il proprio piano. Ben giocata la carta del Consigliere Troi e di Guinan, che vediamo anche in Rounded with Sleep, mentre ho trovato forse eccessiva la caratterizzazione di Picard in determinati passaggi (un po’ fuori contesto rispetto al personaggio conosciuto dalla serie TV).

Personalmente, nonostante la curiosità suscitata dal tema del romanzo in questione, non posso dire di averlo apprezzato moltissimo. Nella mia valutazione complessiva, direi che raggiunga a fatica sei punti su dieci. Di Bennett, comunque, consiglio caldamente The Struggle Within, appartenente alla serie Typhon Pact: quello è stato un libro che ho davvero apprezzato parecchio, con personaggi ben caratterizzati e coerenti.

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