[Recensione] Death in Winter (Star Trek: The Next Generation) - Michael Jan Friedman
Ma quando la Dottoressa Crusher lascia la sua posizione sull'Enterprise per diventare l'Ufficiale Medico Capo della Divisione Medica della Flotta Stellare, la luce più brillante nella vita di Picard gli viene portata via. E non fa in tempo a rassegnarsi alla sua perdita quando viene a sapere che Beverly è stata dichiarata dispersa in azione su un pianeta lontano - e presunta morta.
*
Kevratas è un mondo desolato e ghiacciato all'estremità della Zona Neutrale Romulana dove la Federazione è diventata l'unica vera speranza di sopravvivenza e libertà per i nativi devastati dalla peste. La Flotta Stellare non può fare altro che inviare un'altra squadra per cercare di salvare i Kevrata e Picard è la scelta naturale. Critici per il successo della sua missione sono due colleghi che hanno servito sotto di lui quando comandava l'astronave Stargazer - Pug Joseph, un uomo con un passato da dimenticare, e il dottor Carter Greyhorse, che ha scontato una pena per tentato omicidio - così come un romulano che ha lasciato il suo popolo anni prima e non si aspettava di tornare. Insieme, seguono le tracce di Beverly Crusher a Kevratas, determinati a riuscire dove il dottore ha fallito.
*
Nel frattempo, su Romulus, il vuoto politico creato dalla scomparsa del Pretore Shinzon è stato riempito dal suo più strenuo sostenitore, il Senatore Tal'aura. Ma c'è chi si oppone a lei, compreso il Comandante Donatra e le flotte di falchi da guerra sotto il suo comando, a causa del modo in cui Tal'aura ha gestito male le ribellioni sui mondi soggetti dell'Impero.
E una ribellione in particolare: il movimento per l'autodeterminazione sul frigido Kevratas.
Così inizia una lotta disperata, non solo per la libertà di Kevrata, a lungo oppressa, ma anche per l'anima dell'Impero Romulano. Prima che sia finita, i destini saranno forgiati e infranti, l'Impero sarà scosso fino alle sue antiche fondamenta, e la vita di Jean-Luc Picard sarà cambiata... per sempre.
***
Opinione personale.
Death in Winter è stato uno dei primissimi romanzi di Star Trek da me letti, ormai diversi anni fa, e da allora ne ho macinati a decine e decine (rigorosamente tutti in lingua inglese: è molto difficile, in alcuni casi impossibile, trovarne in traduzione italiana).
Alla "maniera di Star Trek", all'interno del romanzo vediamo fondamentalmente intrecciarsi due storie parallele:
- nell’Impero Romulano il nuovo Pretore fa di tutto per tenere sotto controllo una situazione che sempre di più sembra sfuggirle dalle mani, con numerose rivolte sparse per tutto il settore, alcune delle quali guidate da alcuni degli ufficiali della Flotta Imperiale Romulana (tra i quali i Comandanti Suran e Donatra e l’Ammiraglio Braeg);
- sul pianeta di Kevrata, all'interno degli stessi confini imperiali, la situazione per gli indigeni peggiora sempre di più a causa di una malattia apparentemente incurabile: il nuovo Capo della Divisione Medica della Flotta Stellare, la Dottoressa Beverly Crusher, è uno degli unici due medici in grado di creare un vaccino che riesca a risolvere il problema, il che spinge il Comando della Flotta a inviare la donna in missione segreta per trovare una cura.
L’autore è in grado di mescolare tutte le vicende in un romanzo sorprendente. I personaggi tratti dalla serie di The Next Generation non mancano alla loro caratterizzazione originale, ma al contempo mostrano un'ulteriore evoluzione e come, in un modo o nell’altro, si sia tutti un po’ umani, come dimostrato nella caratterizzazione del capitano Picard: questi ci viene presentato sempre integerrimo, ma anche preoccupato della sorte di Beverly Crusher, considerata "dispersa in azione".
Ci troviamo di fronte a uno stile serrato, capace di tenere il lettore incollato fino all’ultima riga alle pagine del libro per arrivare alla fine e vedere come si evolvono i singoli archi narrativi, come si sbrogliano i singoli passaggi.
Ho trovato di particolare interesse il personaggio di Decalon: è un profugo Romulano rifugiatosi all’interno dei territori della Federazione, offertosi volontario per ritornare all'interno dei territori Romulani e disposto a sacrificare la propria vita per aiutare chi, precedentemente, aveva messo a rischio la propria per permettergli di allontanarsi da un Impero che non riconosceva più come proprio.
Con questo libro, Michael Jan Friedman si attesta come uno dei miei autori preferiti all'interno della produzione libraria di Star Trek, assieme a David Mack (la cui trilogia di Star Trek: Destiny è davvero un qualcosa di fenomenale).
Il romanzo si merita una valutazione di 8 su 10.
E voi, lo avete letto? E cosa ne pensate? Venite a scrivere la vostra nei commenti!
quindi c'è anche un lato romantico o quasi in star trek? Io leggo meglio in inglese che in italiano perciò potrei facilmente trovare la versione inglese se non ho capito male. Bene!
RispondiEliminaMi piacerebbe tantissimo leggere questo romanzo, ma purtroppo fa parte della lunga lista di romanzi che non sono stati tradotti in Italiano e che sto scoprendo solo grazie al tuo blog.
RispondiEliminaDa fan della saga di Star Trek non posso non essere incuriosita da questo libro di Michael Jan Friedman. Probabilmente sarà una delle mie prossime letture.
RispondiEliminaMaria Domenica
super felice di leggere questa news, grazie per tenermi sempre super aggiornata!
RispondiElimina